Data evento: 
07/04/2024

Domenica 7 aprile, il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine ospiterà una conferenza dal titolo

“Archeologia dell’anima: un viaggio nei ricordi – Storie delle prime ricerche a Frattesina”, organizzata in collaborazione con l’associazione CPSSAE, Centro Polesano di Studi Storici Archeologici Etnografici, e Il gruppo culturale e di ricerca il Manegium.

L’introduzione sarà curata dalla direttrice, dottoressa Maria Letizia Pulcini, mentre a seguire, verrà dato spazio ai seguenti interventi:

 

- La scoperta di Frattesina e le prime ricerche del CPSSAE – Carlo e Raffaele Peretto

 

- Il Manegium e il primo “Antiquarium” di Fratta Polesine – Adriano Azzi

 

- Il CPSSAE, Anna Maria Bietti Sestieri e il Museo Nazionale di Fratta Polesine – Paolo Bellintani.

 

La conferenza nasce con l'intento di ricordare i primi scavi che hanno portato alla scoperta del sito di Frattesina e il primo allestimento del Museo Civico "Antiquarium" a Fratta Polesine, precursore della struttura museale, e per continuare le celebrazioni dei 15 anni di storia del Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine.

Al termine, verrà inaugurata la nuova edizione della mostra fotografica “Frattesina. Affiorano anche i ricordi”, che ripercorre proprio le tappe delle prime campagne di scavo, inizialmente proposta nel 2015 per celebrare i 50 anni del CPSSAE, e che rimarrà attiva tutti i giorni dalle 8:30 alle 19:30 fino al 30 giugno.

Gli eventi del giorno 7 aprile sono gratuiti, ma è richiesta la prenotazione per la partecipazione alla conferenza, scrivendo all’indirizzo e-mail: drm-ven.museofratta@cultura.gov.it (indicando nominativo, numero persone e contatto) o telefonando al numero 0425 668523.

 

 

Il villaggio di Frattesina è da considerarsi il primo vero punto d’incontro tra Mediterraneo e continente europeo.

Tra la fine dell'Età del bronzo e l'Età del ferro (XII-X sec. a.C.) si sviluppa qui un centro di produzione e di scambio di straordinaria importanza, con connessioni commerciali a largo raggio.

Le ricerche hanno permesso di stabilire l'esistenza di molteplici attività artigianali, distribuite in vere e proprie officine e aree di lavorazione al centro dell'abitato che costituiva un grande emporio specializzato.

 

L’individuazione del villaggio risale al 1967 a seguito della segnalazione da parte di Stefano Casari di affioramenti di materiale archeologico nel podere di famiglia poco fuori Fratta Polesine.

Fu la scintilla che portò alla luce l’abitato e negli anni successivi le due necropoli di Fondo Zanotto e Narde tramite una felice serie di campagne di scavi condotte dalla recentemente scomparsa Anna Maria Bietti Sestieri, Maurizia De Min e Luciano Salzani.

 

Il CPSSAE nasce a Rovigo nel dicembre del 1964 grazie alle figure di Gian Battista Siviero e Gian Franco Bellintani e ben presto fu in grado di attivarsi in concrete indagini sul territorio grazie al “gruppo scavi” coordinato da Rodolfo Peretto e composto prevalentemente dai figli Raffaele e Carlo, oltre che da Renzo Padoan e Renato Siviero.

 

In accordo con la Soprintendenza e con la collaborazione di studiosi dell’Università di Ferrara e del Museo di Storia Naturale di Verona, iniziò una serie di raccolte di superficie, di saggi di scavo e studi che portarono alla luce numerose testimonianze oggi conservate principalmente al Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine e al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo.

 

Negli scavi di Frattesina, inoltre, e più in generale nel mondo archeologico un ruolo fondamentale è stato spesso svolto dalle comunità, da intendersi sia come singoli individui che in forme associate, sia per la memoria storica e la conoscenza, sia per l’amore e il rispetto che li lega al proprio territorio.

Per questo è impossibile non citare il gruppo de Il Manegium, formatosi su base volontaria sin dal 1982 in seno alla Pro Loco di Fratta Polesine e con un proprio statuto autonomo dal 1986.

Oggi, si occupa di convegni, studi e gestisce il Museo della civiltà e del lavoro in Polesine, ma svolse un ruolo attivo nelle ricerche e negli scavi di Frattesina, istituendo poi il primo nucleo museale con il cosiddetto Antiquarium che, a partire dal 21 febbraio 2009, data dell’inaugurazione ufficiale, sarebbe poi confluito nell’attuale Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine.